Le intolleranze alimentari

Intolleranze alimentari. Alimenti che più scatenano i sintomi

È un dato scientificamente assodato che una condizione di tensione e di stress costante, ritmi di vita frenetici, preoccupazioni e ansia per la precarietà della vita siano tutti fattori che contribuiscono ad alterare la funzionalità dell’organismo. Tra gli effetti più evidenti sono anche le INTOLLERANZE ALIMENTARI.

Le intolleranze alimentari sono in costante aumento sia in Italia che in tutto il mondo occidentale, così come lo sono le allergie in generale.

Il tema delle intolleranze alimentari si lega strettamente a quello dello stile di vita. Pensiamo alle tipiche intolleranze alimentari, tra le quali si sostiene che si riscontrino più frequentemente nei confronti di frumento, lieviti, solanacee, latte e latticini, pesce.

Per intolleranza va intesa ogni reazione avversa che si presenta quando si ingerisce un particolare alimento. Sono causate da difetti enzimatici o dalla presenza di sostanze naturali o chimiche all’interno dei cibi per migliorare il loro aspetto e la conservazione. L’intolleranza scatta quando si supera una certa quantità di un determinato alimento oltre la soglia di tolleranza dell’organismo. Le intolleranze alimentari, dette anche “allergie ritardate” per questa loro caratteristica di non manifestarsi immediatamente, sono molto più comuni delle allergie. Esse compaiono e scompaiono nel corso degli anni in modo graduale o improvviso a seconda dell’alimentazione. Visto che le intolleranze alimentari si manifestano lentamente e per accumulo, se, ad esempio una persona è intollerante ai piselli ma non li mangia da molto tempo, quando si fa il test questa intolleranza non si vede.

ALIMENTI che più scatenano i sintomi di una intolleranza:

  • latte 65%
  • lievito di birra 58%
  • pomodori 37%
  • grano 30%
  • mele 30%
  • soia 28%
  • melanzane 26%
  • zucchero 24%
  • uova 21%
  • zucchine 21%
  • arachidi 21%
  • dadi da brodo 20%
  • arancia 19%
  • maiale 16%
  • conservanti 14%
  • Seguono: noci, nocciole, cioccolato, caffè, fragole, crostacei e molluschi.

Ma attenzione! Nel caso dei salumi, per esempio, è più probabile che si abbiano problemi con nitriti e nitrati più che col salume vero e proprio, idem per tutti gli altri cibi contenenti additivi alimentari come i fosfati, il glutammato, certi edulcoranti, coloranti, conservanti ecc.

Le intolleranze alimentari possono anche avere all’origine:

  • Disturbi digestivi (problemi del tratto digerente, diverticolite, gastrite, deficit enzimatici ecc.)
  • Disturbi emotivi (ansia, nervosismo, stress, preoccupazioni, problemi ecc.)
  • Cattiva alimentazione e sedentarietà
  • Inquinamento ambientale e accumulo di sostanze chimiche (coloranti, conservanti, farmaci, pesticidi ecc)

Le intolleranze alimentari possono causare vari disturbi ricorrenti e persistenti, soprattutto a livello gastrointestinale, dermatologico o respiratorio.

Cosa fare per risolvere il problema delle intolleranze alimentari?

Nel caso delle intolleranze alimentari occorre eliminare per qualche mese i cibi responsabili del disturbo, sostituendoli con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell’organismo. Dopo il periodo di astinenza, si può provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta. Assumere anche enzimi, per aiutare la digestione di questi prodotti.

Ottimizzare i processi digestivi permette di assimilare meglio i nutrienti, non sovraccaricare l’organismo, essere più forti, rinforzare il sistema immunitario, combattere i radicali liberi e ammalarsi di meno. Questa è la vera prevenzione e si può fare senza grandi sacrifici, salvo un po’ di buona volontà all’inizio nel reimpostare certe abitudini.

Più realisticamente, la dieta di disintossicazione e un regime di rotazione alimentare, risolvono tutti i problemi in modo efficace, semplice e naturale.