Aiuta il tuo cervello – abitudini

Buone abitudini per aiutare il cervello. Come rendere il cervello più attivo e evitare l'invecchiamento - memoria e concentrazione

Aiuta il tuo cervello e migliora la tua vita

Recenti studi hanno osservato che il numero di persone che potrebbero sviluppare vari infermità mentali nei prossimi 20 anni è in notevole aumento.

Non sorprende che tantissimi soldi siano destinati alla ricerca in questo campo, al fine di comprendere le modalità con cui assicurare una salute più longeva possibile al cervello, andando a prevenire o almeno a rallentare l’invecchiamento cognitivo. Molti dei fondi sono stanziati in favore della ricerca farmacologica; tuttavia, oggigiorno un numero sempre maggiore di studi sta dando importanza anche allo stile di vita come fattore essenziale per mantenere in salute il cervello e tutte le sue funzioni.

Sapete già che il cervello umano è in continuo cambiamento, e che questi cambiamenti derivano in grandissima parte dal nostro stile di vita.

Vediamo quali sono le abitudini che ci aiutano a mantenere il nostro cervello allenato ed efficiente.

Muoversi

Ricordatevi che il cervello è parte del nostro corpo e che quindi quando esercitiamo il nostro fisico, rafforziamo anche il cervello. L’attività fisica aumenta la neurogenesi!

Pensare positivamente al futuro

Lo stress e l’ansia, non importa se causati da eventi esterni o dai vostri pensieri, uccidono i neuroni e ne impediscono la creazione di nuovi. Lo stress cronico può essere considerato il contrario dell’esercizio fisico.

Fare sempre nuove attività che stimolano la mente

Il cervello è come un muscolo, e come tale ha bisogno di continuo allenamento. Nuovi stimoli (imparare cose nuove) promuovono l’apprendimento ed esso conduce alla formazione di connessioni cerebrali sempre più articolate e veloci. I giochi di logica o le parole crociate, oppure il sudoku, sono ottimi strumenti che aiutano a mantenere la mente in buona salute.

Viaggiare ed esplorare

Adattarsi a nuovi luoghi ci obbliga a prestare più attenzione. Sviluppare e mantenere AMICIZIE STIMOLANTI. L’uomo è un “animale sociale” e ha bisogno di interagire con gli altri.

Prendersi cura della propria alimentazione

Il cervello rappresenta solo il 2% della massa corporea, ma utilizza più del 20% dell’ossigeno e delle sostanze nutritive che introduciamo nel corpo? È molto importante evitare i “cibi cattivi” e anche integrare gli elementi nutritivi che sono sempre meno nei vari cibi disponibili sul mercato.

Non sorprende che la NUTRIZIONE abbia un ruolo fondamentale. Le tipologie di cibi e le abitudini alimentari che riducono le malattie cardiache e il diabete, sembrano apportare dei benefici anche alla salute del cervello. Una dieta povera di grassi saturi e di zuccheri promuove una migliore circolazione del sangue all’interno dei vasi sanguigni del cervello, mentre cibi grassi possono ostruire le arterie provocando possibili ischemie.

Vari studi hanno trovato che il consumo di pesce, in particolare quello ricco di omega 3 come il salmone e il tonno, è un fattore protettivo nei confronti del deterioramento del cervello. Anche le nocciole e i frutti scuri, come per esempio i mirtilli, così come la dieta mediterranea che enfatizza il consumo di cibi a base vegetale come il grano, i legumi e l’olio di oliva, sembrano apportare benefici al funzionamento cerebrale. Numerosi studi confermano che assumere integratori alimentari a base di olio di pesce, contenenti alte percentuali di omega 3, aiuta a preservare le funzioni cognitive e il volume del cervello. Inoltre, livelli bassi di vitamina D sembrano aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer, come riportato nello studio di Littlejohns e collaboratori del 2014.

Mantenere il peso norma

L’aumento di peso induce un incremento significativo della pressione sanguigna, e la pressione alta aumenta il rischio di infarti. Anche i piccoli infarti, che sono spesso non diagnosticati, possono innescare più velocemente il processo di decadimento cognitivo. Per esempio, in uno studio condotto nel 2001, Petersen e colleghi hanno trovato che gli individui con un maggior numero di microinfarti ottenevano bassi punteggi in test cognitivi.

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  • la regolarizzazione dei cicli sonno-veglia
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